Il Compagno Adulto
Il compagno adulto è un mediatore: si interfaccia con la persona con una specifica disabilità e/o difficoltà, e la sostiene nella relazione con la famiglia, con il gruppo dei pari e con i diversi contesti sociali di riferimento, attraverso la condivisione e l’analisi di esperienze, l’identificazione di automatismi disadattivi e la ristrutturazione di pensieri e comportamenti funzionali.
Di cosa si occupa?
Il compagno adulto ha la funzione di “fare insieme”: ovvero condividere il piacere di svolgere insieme alla persona attività quotidiane, in casa, a scuola, e in tutti gli altri contesti significativi di vita, creando una rete di relazioni sociali e promuovendo le e risorse e le competenze sociali e relazionali.
La funzione del compagno adulto è quindi quella di accompagnare e sostenere il bambino/ragazzo nei suoi compiti evolutivi, mediando tra mondo interno e mondo esterno, per permettergli di usare al meglio le proprie risorse e quelle del contesto sociale.
Questo tipo di intervento è indicato in quelle situazioni in cui le relazioni sociali della persona sono in fase di stallo o sono rese complicate da una serie di circostanze.
Il compagno adulto svolge anche una funzione psico-educativa promuovendo il riconoscimento e la gestione di emozioni, sentimenti e affetti. Interviene, inoltre, sulla promozione di tutte quelle autonomie indispensabili per garantire una qualità di vita soddisfacente al bambino/ragazzo.
In particolare si occupa di:
- promuovere uscite esterne nel paese/quartiere, per acquisire o recuperare la socializzazione mediante la conoscenza del proprio territorio;
- favorire l’utilizzo dei mezzi pubblici, al fine di acquisire autonomia negli spostamenti;
- implementare la relazione con i servizi che il territorio offre (bar, negozi, associazioni, strutture sanitarie ecc.);
- favorire un supporto per un inserimento graduale in un gruppo di pari;
- favorire un sostegno nei compiti scolastici;
- favorire una mediazione familiare attraverso il dialogo e la condivisione delle difficoltà ma anche delle risorse del bambino/ragazzo;
- costruire una relazione significativa di sostegno, accompagnamento e di rispecchiamento delle varie funzioni e capacità (pratiche e mentali), passando per la condivisione delle attività quotidiane (studio, gioco, scoperta, coltivazione di interessi, uscite, ecc.).
Chi può prendere contatti con il compagno adulto?
- Genitori che vogliano integrare altre forme di terapia già in essere con un ulteriore sostegno al proprio figlio;
- Terapeuti che abbiano in carico adolescenti e giovani adulti per i quali si rivela necessario un ulteriore intervento all’interno del contesto di vita;
- Istituzioni scolastiche, sanitarie che ritengano necessario un ulteriore intervento all’interno del contesto di vita del cliente.
Chi svolge il ruolo del “Compagno Adulto?
Le figure professionali impiegate per tale funzione sono:
• Psicologi
• Educatori professionali.
Durata e setting
Il setting non coincide con lo studio di psicoterapia, ma con il contesto di vita dell’adolescente o giovane adulto.
La durata e i tempi dell’intervento vengono individuati a seconda delle esigenze e degli obiettivi da raggiungere. Ogni giovane può essere seguito attraverso diversi incontri settimanali concordati con l’educatore/psicologo.
Chiaramente si tratta di un progetto inserito in un lavoro di rete più ampio, che prevede il coinvolgimento diretto della famiglia, il contatto con i servizi e gli enti che si prendono cura del bambino/giovane, e l’intero intervento viene supervisionato, in modo continuativo e cadenzato, dall’èquipe terapeutica multi-professionale dello studio.