Neuropsicomotricità
La Terapia neuropsicomotoria è una branca della riabilitazione che si occupa del recupero funzionale e/o del potenziamento motorio, cognitivo e comunicativo-relazionale dei bambini.
Si fa riferimento ad un settore della riabilitazione che riguarda sia la sfera psicologica che quella motoria e dunque, nell’insieme, alla stretta ed inevitabile relazione che intercorre tra le due polarità di corpo e mente.
Questo termine ha avuto una sua profonda evoluzione nel tempo, fino ad arrivare al significato che andiamo a conferirle attualmente, considerando la neuropsicomotricità, come una disciplina che punta a valorizzare il bambino come ESSERE DI GLOBALITÀ, che manifesta e realizza sé stesso attraverso la pienezza della propria azione nel mondo, incarnata solitamente nel GIOCO SPONTANEO.
L’obiettivo della neuropsicomotricità è dunque la maturazione comportamentale del bambino attraverso il movimento e la consapevolezza del proprio corpo nello spazio. È una terapia, che agisce in funzione della stretta correlazione tra fisicità e processi psichici.
L’accesso alle funzioni più “alte” del pensiero, e al controllo consapevole delle proprie abilità fisiche corporee, viene raggiunto mediante attività ludiche a diversi livelli (senso motorio, costruttivo, simbolico, rappresentativo), che consentono al bambino di percorrere le tappe fisiologiche dello sviluppo, procedendo gradualmente da esperienze concrete (sperimentazione corporea, manipolazione) al ragionamento astratto (abilità ideative).
Quando è indicata la terapia neuropsicomotoria?
L’infanzia è il periodo in cui la fisicità assume un’importanza maggiore, rispetto alle parole. La terapia neuropsicomotoria è quindi adatta a tutti i bambini.
Come funziona la terapia neuropsicomotoria?
Date le peculiari caratteristiche dell’età evolutiva, il trattamento si realizza in un approccio di tipo GLOBALE, che valorizza e potenzia ogni aspetto dello sviluppo (motorio, cognitivo, comunicativo-relazionale), sempre nel rispetto dell’unicità di ogni bambino.
Il bambino è posto nella condizione di sviluppare una consapevolezza del proprio corpo in relazione all’altro e all’uso degli oggetti. L’obiettivo è quello di permettergli di esplorare, sperimentare e approfondire la propria relazione col mondo che lo circonda nella direzione di uno sviluppo psicofisico armonioso.
Le sedute di neuropsicomotricità possono svolgersi in differenti modi, che dipendono dal quadro diagnostico generale del bambino. Alcuni pazienti traggono maggiori benefici da incontri di gruppo.
Per altri bambini è invece preferibile intraprendere una terapia individuale.
La neuropsicomotricità utilizza tecniche in grado di stimolare la personalità e la creatività del bambino.
Il trattamento si svolge con l’ausilio di giochi, attività di disegno, percorsi, stimoli e movimenti a corpo libero. Le sedute si svolgono in un clima sereno e giocoso e prevedono un lavoro sulla motricità fine e grosso-motoria.
Chi è il TNPEE?
Il professionista che si occupa di psicomotricità per bambini e che svolge gli interventi neuropsicomotori, è definito terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva (TNPEE) ed è un operatore sanitario specializzato in grado di intervenire con completezza sul modo in cui il bambino percepisce il corpo in relazione all’ambiente circostante.
Il suo lavoro comincia da un’attenta osservazione del bambino, per poi passare all’elaborazione del programma riabilitativo.
È importante che il terapista della neuropsicomotricità infantile instauri un rapporto di fiducia ed entri in empatia con il bambino. Solo attraverso la serenità dei piccoli pazienti, la terapia può avere il massimo dei suoi effetti benefici.